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19 06 2013 | Rimini | Asl Romagna, Rimini non pagherà i debiti delle altre

Mercoledì, 19 Giugno 2013

mattoneRimini | Asl Romagna, Rimini non pagherà i debiti delle altre

 

Asl Romagna. La bozza di legge elaborata dagli amministratori locali del "Tavolo di coordinamento politico strategico" è stata presentata questa mattina alle organizzazioni sindacali nel corso di un incontro a Pievesestina. Presenti Carlo Lusenti, il direttore generale sanità e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna, Tiziano Carradori, oltre agli Amministratori Claudio Casadio (presidente Provincia di Ravenna), Fabrizio Matteucci (sindaco di Ravenna), Giovanni Malpezzi (sindaco di Faenza), Roberto Balzani (sindaco di Forlì), Paolo Zoffoli (sindaco di Forlimpopoli), Guglielmo Russo (vicepresidente Provincia Forlì-Cesena), Paolo Lucchi (sindaco di Cesena), Stefano Vitali (presidente Provincia di Rimini). Parla di “buon clima di collaborazione” e di “incontro molto utile” Lusenti che ne approfitta per passare in questa fase il testimone del processo di unificazione delle Asl ai sindaci e ai presidenti delle conferenze territoriali sociali e sanitarie. Lusenti ci tiene a precisare anche come “il progetto di legge prevede che il nuovo assetto aziendale sia il frutto di un esaustivo confronto con tutti i Comuni, con le rappresentanze sindacali e associative, con i professionisti e gli operatori”.


In pratica, alla base della articolazione organizzativa il progetto indica la “capacità di garantire da un lato condizioni di equa accessibilità ai servizi, dall’altro condizioni di massima efficienza e sostenibilità economico-finanziaria. Il luogo strategico della programmazione locale sarà il Distretto, ramificato in una rete di servizi integrati all’interno dei quali garantire tutti i servizi di assistenza alla persona (sanitari, socio-sanitari, sociali). Confermato, dove non in contrasto con la nuova programmazione della rete ospedaliera regionale, l'assetto attuale delle discipline specialistiche sia a livello ospedaliero che territoriale”. C’è anche l’impegno “a garantire l’equità del contributo della nuova Azienda Usl unica da parte delle Aziende sanitarie confluenti per ridurre il rischio che quelle realtà che oggi sono in condizione di equilibrio si sentano chiamate a sostenere gli effetti di piani di rientro, non ancora conclusi, di altre Aziende Usl. Prioritario poi, a supporto dell’intero processo, adottare tutti i provvedimenti per sostenere il personale interessato dai processi di riorganizzazione, a partire dalla tutela della base occupazionale”.


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